Oggi, è “Il Corriere della Sera” a parlare della nostra Regione e non lo fa per qualche episodio legato alla cronaca come, purtroppo si è abituati. Oggi “Il Corriere della Sera” parla delle donne della Calabria, di alcune di quelle donne che, negli anni, hanno contribuito a costruire l’immagine di una regione che non vuole essere succube o terra di conquista, di un territorio che non ha nulla da invidiare ad altre realtà e che, anche grazie alle sue donne, ha pure contribuito alla storia del nostro Paese.
Donne, queste, alle quali ha guardato la Calabria Film Commission, presieduta da Giovanni Minoli, con la realizzazione di “Donne di Calabria” la docu-serie, prodotta da Anele di Gloria Giorgianni, che avrà anche il primo sfruttamento su Rai English e che racconta la storia di sei figure emblematiche di questa regione: la giornalista ed intellettuale femminista Adele Cambria; la comunista Rita Pisano, in prima linea contro le ingiustizie sociali e le disuguaglianze; la prima vittima della lotta contro i latifondisti, Giuditta Levato; la prima donna eletta nelle fila del Movimento Sociale Italiano, Jole Giugni Lattari; la prima donna sindaco d’Italia, Caterina Tufarelli; la giornalista Clelia Romano Pellicano, scrittrice con lo pseudonimo “Jean Grey” e pioniera del femminismo. Ad interpretarle: Eleonora Giovanardi, Rocío Muñoz Morales, Camilla Tagliaferri, Margareth Madè, Marianna Fontana, Tea Falco.
Un riconoscimento non solo a queste donne, quindi, ma anche l’inizio di un modo diverso per rilanciare l’immagine di una Calabria che vuole spogliarsi di quegli stereotipi in cui per anni è stata relegata. E questo, anche grazie alla Calabria Film Commission ed alla caparbietà del suo presidente, Giovanni Minoli, che vuole investire in Calabria, a Lamezia in particolare, per dare vita ad un centro di produzione che, non solo servirà a far conoscere luoghi, storie e tradizioni di questa regione, ma che intende contribuire in maniera concreta allo sviluppo di questa terra “raccontando il territorio legandolo ai personaggi” come spiega oggi Minoli dalle colonne del Corriere in quella che Giorgianni ritiene “una sfida originale che può diventare un modello anche per altri luoghi”.