Un’analisi dell’impatto odierno dei Bronzi di Riace sul mondo dell’arte contemporanea, che ne decreta una sensuale attualità, mai offuscata dal passare dei secoli. E’ quanto emerso dal convegno “Archeologie future, il valore dell’antico nella contemporaneità”, svoltosi questo pomeriggio e organizzato alla Triennale Milano in occasione del cinquantenario del ritrovamento dei Bronzi di Riace, finanziato dall’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria e promosso dalla Calabria Film Commission.
Una riflessione su come l’antico possa ancora perfettamente integrarsi nel linguaggio moderno ha caratterizzato l’intervento del Vicepresidente della Regione Calabria, Giusi Princi: “È motivo d’orgoglio per la Regione Calabria essere ospitati alla Triennale Milano, che va a rappresentare il cuore della Cultura per eccellenza. Queste collaborazioni virtuose ci permettono di trovare occasioni uniche di valorizzazione del nostro enorme patrimonio culturale. In questo caso specifico, dei Bronzi di Riace, simboli universali della Magna Graecia, che raccontano di una Calabria al centro del Mediterraneo, della storia. E da un polo internazionale senza eguali, come appunto Milano, vogliamo lanciare proprio questo messaggio di Calabria baricentrica nelle geografie della cultura internazionale, allora come oggi. Ci inorgoglisce, inoltre – ha continuato la Vice Presidente Princi -, che il Direttore della Triennale sia una calabrese doc, a cui affidiamo il racconto di una Calabria fatta di gente talentuosa e sempre orgogliosa delle proprie origini”.
Sono state, poi, le parole del Commissario Straordinario della Calabria Film Commission, Anton Giulio Grande, a focalizzare l’attenzione dallo splendore artistico dei due guerrieri al concetto di nuovi sex symbol maschili: “Se per modello di bellezza si è sempre utilizzato il fascino degli attori, da Rodolfo Valentino a Clark Gable, a Marlon Brando, a James Dean prima, da Brad Pitt a Leonardo di Caprio dopo, fino a Damiano dei Måneskin e all’influencer spagnolo Manu Rios oggi, non possiamo tralasciare l’impatto visivo e seduttivo della perfezione e dell’eleganza dei corpi statuari dei Bronzi di Riace. Due figure maschili eroiche alte circa due metri, con elementi propri di una bellezza tutta moderna, come i riccioli e la barba spettinata così amata oggi dalle star di Hollywood, dalla dentatura perfetta, da una muscolatura plastica e da uno sguardo reso ancora più accattivante dall’avorio degli occhi.” “Statue – ha concluso il Commissario Grande – che ci svelano quel concetto di bellezza maschile dell’antica Grecia che si identificava, proprio come oggi, con l’armonia di un corpo muscoloso, di un fisico atletico come quello di Marcel Jacobs, che esprime forza, vigore, salute”.
Un convegno, quello di questo pomeriggio, ricco di interventi di rilievo: dalla Direttrice Generale di Triennale Milano, Carla Morogallo, a Daniele Castrizio, Professore Associato di Numismatica Medievale presso l’Università di Messina, da Andrea Viliani, Direttore del Museo delle Civiltà di Roma, a Damiano Gullì, curatore per Arte contemporanea e Public Program di Triennale Milano.